Il ponte romano è situato ai piedi del monte nel quale, tra boschi di carpini e roverelle, è incastonato l’eremo di Sant’Angelo. La Val Sant’Angelo ha preso nome appunto dal culto longobardo di San Michele Arcangelo, che qui la devozione popolare riconosce come ‘angelo’. All’inizio della valle, tra l’altro, è stata ritrovata una necropoli dell’età del Bronzo, i cui reperti sono conservati al Museo Nazionale di Ancona. Solido come tutti i ponti romani, permetteva ai legionari e ai viandanti in arrivo da Foligno l’attraversamento del fiume e quindi il proseguimento del viaggio verso Camerino e l’Adriatico.
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