Chiesa di S. Giusto in San Maroto (sec. XI)

Località S. Maroto

La chiesa di S. Giusto sorge su un poggio: la bellezza dei luoghi ammalia. La particolare struttura a pianta circolare della chiesa ha alimentato varie supposizioni sulle sue origini: secondo un’ipotesi sarebbe stata edificata da maestranze provenienti dalla Siria, secondo un’altra sarebbe invece il frutto della riconversione di un padiglione da caccia, funzionante anche come osservatorio astronomico voluto da Carlo Magno. Di certo la Chiesa un tempo era racchiusa nel castrum medievale dei conti di S. Maroto, risalente all’XI secolo. Il vano della torre, a livello terra, conserva affreschi votivi: un S. Venanzio di scuola riminese, una Madonna in trono di scuola umbro-marchigiana e, il più antico, un volto della Vergine, del Figlio e di un Santo datato 1373, che risulta essere tra le prime testimonianze pittoriche del territorio di Camerino: attribuiti a Diotallevi di Angeluccio di Esanatoglia. In sacrestia si ammirano una croce di Tobia da Camerino e una Madonna del Rosario con Bambino, eseguita su tavola nel XVI III secolo e attribuita a Venanzio da Camerino.
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Church of S. Giusto
The church of S. Giusto stands on a hilltop; its surroundings are breathtaking. Its unusual circular plan has prompted different theories about its origins: one that it was built by Syrian masters, another is that it was converted from a hunting lodge which was also used as an observatory by Charlemagne. However, it is certain that the church was once part of the medieval castrum belonging to the counts of S. Maroto, dating to the XI Century. The ground floor tower room has votive frescoes: a S. Venanzo by the Rimini school, a Madonna by the Umbro-Marchesan school, and the oldest, a portrait of the Virgin, the Child and a Saint, dated 1373, which it turns out is of the first examples of its kind in the territory of Camerino. In the sacristy, a crucifix by Tobia di Camerino can be admired, as well as a XVI Century canvas of the Madonna of the Rosary with Christ child attributed to Venanzio da Camerino.
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