Parco Nazionale del Gargano – Sentieri del Gargano


Parco Nazionale del Gargano

Il Parco, istituito nel 1995 con Decreto del Presidente della Repubblica, si estende per oltre 1.200 kmq, dal livello del mare ai 1065 metri del Monte Calvo, unendo il litorale del promontorio alla sua area sommitale, le dune ai laghi di Lesina e Varano, la fascia pedegarganica alla palude di Frattarolo e al lago Salso, le due zone umide a sud di Manfredonia. Il Parco comprende anche la Riserva marina dell’Arcipelago delle Tremiti (isole di San Domino, San Nicola, Capraia, Pianosa, La Vecchia e il Cretaccio), otto riserve naturali gestite dal Corpo Forestale dello Stato (Sfilzi, Falascone, Isola di Varano, Monte Barone, Foresta Umbra, Bosco d’Ischitella, Lago di Lesina e Palude di Frattarolo) e altrettante Oasi di protezione faunistica istituite dalla Regione Puglia.

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www.parcogargano.gov.it
www.parks.it
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sentierigargano1Oggi il Gargano,per la salubritàdella sua aria, per la limpidezza del suo mare, per la genuinità dei suoi prodotti, per le numerose grotte, per il parco marino delle Tremiti, per le immense doline, per le innumerevoli falesie, per la splendida fauna, per i colori della flora, per la via sacra, è meta di numerosi turisti. In questo angolo di Adriatico è possibile compiere nel breve spazio di un giorno un excursus totale capace di comprendere l’intera natura del mediterraneo incontrando su pochi chilometri gli habitat più diversi: dalle aride steppe pedegerganiche alle fitte ed estesissime foreste, dalla macchia mediterranea alle candide scogliere calcaree, dalle dune di lesina e Varano alle meravigliose isole Tremiti, dalle pinete di pini dì Aleppo agli acquitrini ed ai fitti canneti delle paludi di Frattarolo e dell’Oasi di Lago Salso, dai boschi rigoglioso della Foresta Umbra alla limpidezza del mare.

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www.vignanotica.com
www.parcogargano.gov.it
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LESINA “Duna di Lesina”

Si parte con l’auto dalla strada che da Lesina conduce a Marina di Lesina, per poi arrivare al Canale di Acquarotta dove c’è una casetta con un punto informativo. Poi a piedi o in mountain bike si arriva a Torre Scampamorte. Il cordone dunoso che separa il lago di Lesina dal mare ospita uno dei lembi di macchia mediterranea più intatti e suggestivi dell’intera costa adriatica. Vegetano, tra l’altro boschetti di leccio, pinete, nuclei di pioppo bianco, intercalati da macchie a Lentisco e Ginepro, Filirrea, Alterno, Mirto, Rosmarino e Corbezzolo. Spettacolare nel mese di settembre la fioritura rosa fucsia dell’Erica multiflora. Da ricordare che qui vegeta il Cisto di Clusius.

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MATTINATA “Monte Sacro”

Sulla SP 89 da Mattinata a Vieste, poco prima del km 142, si imbocca a sinistra la deviazione per Stingo-Monte Sacro e si prosegue fino al cartello del Parco che segnala l’inizio del sentiero. Dopo la ripida salita iniziale, la strada percorre la sommità della località Sperlonga e sulla destra si snoda la Valle della Vecchia, uno degli ambienti rupestri più affascinanti e selvaggi del Parco, ricoperto in gran parte da una fitta lecceta. Di fronte si staglia la sagoma di Monte Sacro ammantata da un bosco di leccio al cui interno sale fino in cima il sentiero che conduce ai ruderi della Abbazia della S.S. Trinità di Monte Sacro. Se poi si torna indietro all’inizio del sentiero e si imbocca la strada sterrata qualche chilometro prima del cartello del Parco, si arriva a metà monte nei pressi di una torretta metallica, da cui è possibile osservare la Valle della Vecchia e la Baia di Mattinata. Proseguendo in discesa, ci si affaccia sulla Piana della Tagliata ed è possibile osservare alcuni stagni, che la strada costeggia. A fianco di uno di essi vi è una grossa piscina circolare in cemento e, sulla destra, in leggera salita, si diparte una strada asfaltata ch, dopo due km, sbocca sulla SP Mattinata-Vieste. Questo stagno temporaneo raggiunge le massime dimensioni dall’autunno inoltrato fino alla primavera, quando è facile osservare alcuni uccelli acquatici come l’Airone cinerino, il Beccaccino, il Croccolone, e rapaci come il Falco di palude, la Poiana, il Gheppio e l’elusivo Sparviere. Importante è in queste microzone umide la presenza di anfibi e rettili. Sul finire di aprile e all’inizio di maggio è possibile ascoltare il canto oltre che delle comuni rane,anche di centinaia di raganelle, mimetizzate tra le foglie del Ranuncolo acquatico che con i suoi fiori bianchi riveste quasi del tutto le acque immobili di questo importante biotopo.

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MONTE SANT’ANGELO “Abbazia di Pulsano – Eremi di Valle Campanile”

Da visitare per l’interesse storico e per le sue bellezze naturalistiche è il vallone di Pulsano. Vi si accede dall’omonima strada che si diparte dall’abitato di Monte Sant’Angelo. Dal Monastero si ha un’ampia panoramica sul golfo e sulla piana di Manfredonia. La chiesa è ricavata in una cavità naturale. Orti e uliveti sono disposti in arditi terrazzamenti, vi sono cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e alcuni eremi scavati nella roccia. A ovest dell’Abbazia, si può giungere a valle Mattina, ricoperta da un bosco di lecci, percorrendo una stradina scavata nella roccia, dove sulle scarpate rocciose e lungo le pareti verticali si ammirano tutte insieme le specie nobili della flora del promontorio: la Campanula del Gargano, la Vedovino, la Stellina del Gargano, l’Inula candida, l’Aubrezia di Colonna e diverse orchidee del genere Ophris, Orchis e Serapias. Il vallone di Pulsano è stato incluso dalla Società Botanica Italiana tra i biotopi meritevoli di conservazione. L’avifauna è quella menzionata per gli altri valloni e ambienti rupestri. D’inverno le ripide pareti esposte a sud ospitano il raro Picchio muraiolo, e non è difficile osservare il Sordone. Per accedere a valle Campanile, si torna indietro in direzione di Monte Sant’Angelo e, circa 2’5 km prima dell’abitato, sulla destra,vi è una stradina asfaltata che segue il tracciato dell’acquedotto: bisogna seguirla per circa due chilometri, parcheggiare e incamminarsi a destra per alcune centinaia di metri attraversando pascoli e muretti a secco. Si arriva sull’orlo del tortuoso e profondo vallone con di fronte ben visibili gli eremi dello “Studio”, del “Mulino” e delle “Rondinelle”, raggiungibili a piedi dalla base del vallone attraverso gradini intagliati nella roccia.

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PESCHICI “Santa Maria di Càlena – Monte Càlena”

Alla periferia sud di Peschici è situata l’Abbazia–masseria fortificata di Santa Maria di Càlena. Superata in direzione ovest la chiesa, si svolta a sinistra e dopo circa 300 metri si supera un ponte a destra: bisogna svoltare subito a sinistra e andare dritti al cartello del Parco. Si parcheggia l’auto presso il Villaggio Residence Moresco, e si continua a piedi in un’ombrosa pineta d’Aleppo attrezzata con aree pic-nic. Dopo pochi chilometri, la pineta lascia posto ad una densa lecceta. Arrivati all’area pic-nic Cagnetto della Nave, il sentiero continua ancora fino al Monte Càlena, posto qualche chilometro più avanti

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RIGNANO GARGANICO “Da Rignano a Grotta Paglicci”

 Lungo le pendici meridionali del Gargano nel territorio di Rignano Gargano, sotto la superficie di un gradone calcareo inciso da profondi solchi vallivi, si apre Grotta Paglicci. L’antichissimo insediamento, frequentato tra i 200.000 e 11.000 anni fa, costituisce una straordinaria testimonianza, non solo per la paleoantropologia, ma anche per la storia dell’arte. Le guide del Centro Studi Paglicci vi accompagneranno lungo il suggestivo percorso che conduce al giacimento, partendo dal centro abitato e seguendo il vallone Settepende. Da qui sarà possibile spaziare attraverso un paesaggio molto vario, che vede verso il basso le vaste distese del Tavoliere dominato in alto dai dirupi rocciosi tipici del versante meridionale del Promontorio. Note Tecniche. Periodo: tutto l’anno. Durata: mezza giornata. Equipaggiamento: abbigliamento sportivo, scarponcini da trekking, macchina fotografica e una buona riserva d’acqua.

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RIGNANO GARGANICO “Grotta Paglicci – Valle Palombara”

Da Rignano Garganico in direzione Foggia, al km 8+300 si diparte sulla sinistra una sterrata che dopo aver superato il canale risale sul versante opposto e arriva su una piana di uliveti. Al bivio a sinistra si arriva alla bella Masseria Bramante, a destra una leggera discesa, sconsigliata in auto, conduce dopo 600 metri al famoso sito preistorico, uno dei più importanti insediamenti paleolitici d’Italia. Proseguendo la strada che conduce a Villanova e, andando oltre, in direzione San Marco in Lamis, al km 21+600 si svolta a sinistra su una strada asfaltata e dopo 600 metri a destra. Si parcheggia l’auto davanti a una sbarra e si prosegue a piedi in una forra dalle pareti precipiti, incise nel primo gradone che si erge dalla pianura. Il luogo è ricoperto da una rigogliosa macchia mediterranea ed è presente l’Euphorbia arborea, che lo arricchisce con la sua fioritura.

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RODI GARHANIO “Fra agrumi e uliveti”

Dal centro di Rodi, di fronte al distributore Esso, sale dritta una strada che dopo 500 metri si collega alla SP 51 bis. A sinistra e dopo pochi metri c’è il cartello che indica il sentiero, da percorrere a piedi, con la relativa tabella. Si attraversano pinete, uliveti e bellissimi giardini di agrumi con, a tratti, ampie vedute panoramiche sul mare di Rodi.

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SAN GIOVANNI ROTONDO “Monte Calvo – Casino Forestale”

Sviluppo complessivo in lunghezza: 10500 metri. Accessi: sulla strada San Giovanni Rotondo – Cagnano Varano, al decimo km, in corrispondenza di una bacheca informativa, c’è una carrareccia sulla sinistra, che conduce, dopo 3 km, al rifugio forestale “Casino”. L’altro accesso è situato al 4 km , sul versante versante sud di Monte Calvello, in località “Ponte l’Amarena”, segnalato da un’analoga bacheca informativa. I tempi di percorrenza possono arrivare fino a cinque ore, andata e ritorno compreso, variando a seconda degli itinerari scelti.

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SAN GIOVANNI ROTONDO “Valle dell’Inferno”

Al km 4+200 dell provinciale S. Giovanni Rotondo–Manfredonia, al bivio si svolta a sinistra. La strada asfaltata finisce all’altezza di alcuni casolari. So parcheggia e si prosegue a piedi in direzione della Valle. Seguendo l’itinerario si resta colpiti dalle pareti rocciose strapiombanti, alte fino a 100 metri. Questo vallone è ritenuto uno dei più spettacolari del Gargano, ed è spesso assunto a simbolo di questa particolarità morfologica del versante meridionale del Promontorio. I fenomeni carsici sono molto evidenti per le grotte, gli archi naturali, i pinnacoli e le altre cavità sulle pareti verticali che offrono rifugio a numerosi uccelli rupicoli.

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SAN GIOVANNI ROTONDO “Monte Castellana – Monte Nero”

Sviluppo complessivo 13500 metri. Accessi: uno a quota 678 , nei pressi del Monastero delle Clarisse, l’altro a quota 950 circa, vicino alle aree di sosta sull’altopiano di Montenero. I percorsi sono particolarmente panoramici, con possibilità di ampie vedute: a sud-est sul Golfo di Manfredonia, a sud sul Tavoliere foggiano con i monti della Daunia,ad ovest sull’Appennino abruzzese con i Monti della Maiella; a nord, invece, il Lago di Varano e l’Arcipelago dell Tremiti; a nord-est, infine, si osservano “Piano di Grava”, le Murge e Monte Calvo. Diversi gli ambienti attraversati: il paesaggio prevalente per i sentieri 20 e 21 è caratterizzato da estese aree carsiche con pianori a doline di varie dimensioni, campi di pietre, campi carreggiati e diffusi affioramenti rocciosi (sull’altopiano di Montenero si riscontra una delle più elevate concentrazioni di doline d’Italia. Si contano infatti fino a 80 depressioni per chilometro quadrato.); boschi misti di latifoglie eliofile, pinete di origine artificiale e pascoli d’altitudine. In questi habitat fioriscono il Giglio di San Giovanni e varie specie di orchidee. In primavera è facile osservare il volo della Poiana, del Gheppio in Spirito Santo, del Rigogolo, dell’Upupa, e ascoltare il tambureggiare del Picchio verde e del Picchio rosso maggiore. Sui pianori carsici pietrosi nidificano il Culbianco, la Calandra e il raro Zigolo muciatto e sulle cime rocciose il raro Codirossone. Da segnalare anche l’esistenza di vecchie pagghiare e casupole in pietrame, alcune in discreto stato di conservazione, circondate da muretti a secco. In queste strutture abbandonate nidifica la Civetta.

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VIESTE “La Baia di Vignanotica”

Sulla strada litoranea da Mattinata a Vieste, al km 17+500, vi è un segnale con una sbarra dell’Amministrazione Forestale Umbra. Si parcheggia l’auto e si percorre il sentiero che decorre a mezzo versante in una bella pineta da cui si gode un bel panorama su Baia delle Zagare con i suoi famosi faraglioni. Più avanti s’incontra un’area pic-nic e, proseguendo ancora per circa un chilometro, si raggiunge il Vallone di Vignanotica. Da qui è possibile scendere alla bellissima spiaggia, ricoperta di ciottoli e sovrastata da falesie bianchissime. In questa baia nidifica la rara Rondine rossiccia e, sulle bianche pareti strapiombanti, fiorisce a maggio l’Antillis Barba Jovis, un rarissimo arbusto.

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VIESTE “Piscina Tacca di Lupo”

Sulla strada interna SP 89 da Mattinata a Vieste, al Km 115+ 300, si imbocca una strada asfaltata che dopo aver superato la piscina in cemento del Signore sale su un versante fino ad arrivare ad una caserma forestale ristrutturata. Qui si parcheggia l’auto e si prosegue a piedi lungo una pista in salita che arriva alla Piscina tacca di Lupo e, successivamente, in direzione di Murgia La Gatta, ai margini della Foresta Umbra. La strada attraversa, nella parte iniziale, nel fondo valle un bosco di lecci e carpini. Sui tornanti successivi diventa un classico bosco misto di latifoglie. La sterrata attraversa pascoli alberati con grossi esemplari di cerro e acero opalo e, successivamente, su di un ripido versante vi è un bosco con molte piante adulte di carpino nero con qualche faggio. Buon punto panoramico dal capanno in legno di fronte alla caserma forestale nelle giornate terse si possono vedere le Isole di Pelagosa e le Tremiti.

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VIESTE “Caserma Murgia – Cutino d’Otri”

Il percorso è quasi tutto pianeggiante e si svolge nella solenne lecceta della Foresta Umbra seguendo la chiara segnaletica curata dall’Amministrazione forestale. Il percorso ha inizio nei pressi del laghetto della Foresta Umbra e, seguendo l’indicazione per la Caserma Murgia, permette di conoscere diverse specie forestali quali il Faggio, il Tasso (presente con alcuni esemplari secolari), il Carpino bianco, l’Acero Montano, l’Acero Campestre ed altre specie minori, mentre bel sottobosco si può notare la presenza di arbusti di Agrifoglio, di Berretta da prete e di Pungitopo, e di specie erbacee uniche fra cui il Sigillo di Salomone, la Peonia macula e l’Orchis maculata. Tra la fauna, se si è fortunati, si può avvistare il timido Capriolo e lo scaltro Gatto selvatico, oppure udire l’ululato dell’Allocco e i versi di alcune specie di Silfidi. Superata la Caserma Murgia, si procede seguendo l’indicazione per il Lago d’Otri, dove si giunge dopo circa 2 chilometri e mezzo. Questo “Cutino”, ubicato in una depressione naturale del terreno e contornato da un muretto a secco, all’inizio della primavera straripa allagando l’intera depressione dove galleggiano colonie di Ranuncolo peltato. Quest’area è frequentata da gruppi di cinghiali e da varie specie di anfibi, che qui si riproducono.

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