La Riserva Naturale Marina delle Isole Tremiti, istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente il 14 luglio 1989, interessa l’area costiera che circonda le isole di San Domino, San Nicola, Caprara e Pianosa per tutto il tratto di mare compreso, in via di massima, fino ai fondali di 70 metri per una estensione complessiva di 1509 ha. Dal 1996 l’intera area è entrata a far parte del Parco nazionale del Gargano. Durante l’estate il turismo porta sulle isole centinaia di appassionati di sea watching. L’arcipelago è caratterizzato da fondali sabbiosi e rocciosi popolati da spugne e coralli. I fondali delle isole sono uno spettacolo meraviglioso per la varietà di pesci e conchiglie presenti e, dal 1998 ospitano la più grande statua sottomarina mai realizzata al mondo raffigurante un solare Padre Pio da Pietrelcina opera dello scultore foggiano Domenico Norcia.
La Riserva Naturale marina è divisa in tre zone nelle quali sono autorizzati diversi livelli di attività produttive e ludiche:
• Zona A. E’ l’intera isola di Pianosa. Qui è vietata la navigazione e la balneazione; l’accesso e la sosta di barche può essere autorizzata dall’Ente Gestore per finalità scientifiche e per visite guidate. E’ vietata anche qualsiasi forma di pesca.
• Zona B. E’ l’area tra il faro di Punta Provvidenza e Punta Secca, fino all’isobata dei 70 metri di San Domino. Inoltre comprende, a Caprara, la zona che va da Cala Sorrentino allo scoglio di Caciocavallo. Qui è vietata la pesca subacquea, sportiva e professionale, e la navigazione, tranne quella autorizzata dall’Ente Gestore. Le immersioni sono consentite previo permesso delle autorità. L’autorità preposta al rilascio dei permessi di navigazione in zona B è il Comune delle Isole Tremiti, mentre quella preposta per il controllo, fino a quando non saranno disponibili i Guardia-parco, è la Capitaneria del porto di Vieste attraverso la Delegazione delle Isole Tremiti.
• Zona C. E’ l’area restante di San Domino, di Caprara e tutta l’isola di San Nicola, dove, oltre alle immersioni, è consentita anche la pesca sportiva.
L’arcipelago è interessato dalla Riserva Naturale Marina di 1509 ha caratterizzati da fondali sabbiosi e rocciosi popolati da spugne e coralli. Durante l’estate il turismo porta sulle isole centinaia di appassionati di sea watching.
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I Tre Scogli
Dorsale ricoperta da coralligeno che corre parallelamente all’Isola di S. Nicola dalla vita bentonica particolarmente vivace; molto indicata per le notturne data la ricchezza della flora e della fauna presente. Ad aprile qui le tanute vengono a riprodursi. Profondità massima 20 m.
Il Segnale
Immersione simile alla precedente e che va parallela all’isola di S. Nicola presentando una vita bentonica particolarmente vivace; molto indicata nelle ore notturne. Profondità massima 20 m.
Grosso di Capraia
La limpidezza dell’acqua e la notevole profondità danno una forte emozione. Negli spacchi verticali vi sono tutti i tipi di pesci stanziali: Spesso richiamati dalle nostre bolle appaiono e scompaiono, come fantasmi, branchi di palamiti e ricciole. Profondità massima 50 m.
Cala di Zio Cesare
Altra immersione su relitto, questa volta di una nave medievale che trasportava marmi per la costruzione del monastero. A volte tormentata dalle correnti. Astici, musdee, gronghi. Profondità massima 20 m.
Punta del Diamante
Punta esposta a corrente che trasporta mangianza in quantità per i predatori che non mancano mai di ravvivare l’immersione che si effettua su una franata con numeroso pesce stanziale; alicia mirabilis. Profondità massima 20 m.
Cala dei Benedettini
Suggestivi passaggi nella roccia, tane con aragoste e branchi di saraghi; rocce completamente ricoperte da spugne ed altri organismi bentonici (molti spunti per i fotosub); nudibranchi e torpedini. Profondità massima 25 m.
Cala delle Rondinelle
Andando al centro della cala si incontrano grossi massi sparsi con fenditure ricche di saraghi e la presenza di grossi astici.
Cala del Caffè
A circa 20 metri di profondità si apre un ampio grottone con le pareti coloratissime che nei loro pertugi danno ospitalità a gamberi, granchi, aragoste, astici e musdee. Bellissimo, all’interno della grotta, un grosso cerianthus bianco, che sembra faccia da sentinella ad un’ampia fenditura nella roccia dove indisturbate vivono grosse corvine. Profondità massima 35 m.
Franata di cala dei Turchi
A partire dalla superficie fino a circa 25 metri di profondità si presenta una franata di massi di tutte le dimensioni che offrono rifugio a saraghi, corvine, cernie, gronghi. Il mare pullula di occhiate e boghe fino quasi ad impedire la discesa verso il fondo. Profondità massima 35 m.
Grotta Minichello (Grotta delle Viole)
Bella immersione per il colore delle pareti, ideale per le notturne e la foto macro. Alicia mirabilis, cicale ed altri crotacei. Profondità massima 15 m.
Grotta delle Rondinelle
Coloratissime spugne e distese di parazoanthus tappezzano le volte di queste grotte. Pinneggiare lungo la costa sommersa di questa zona poco sfruttata, specie di notte, offre sempre belle emozioni. Profondità massima 25 m.
Il Grottone
In corrispondenza di una grotta in superficie, ci possiamo immergere seguendo una franata che dà ospitalità ad ogni specie di pesce e crostaceo. A maggio e giugno si possono incontrare imperturbabili rane pescatrici. Profondità massima 40 m.
Le Zinne
Grotte, anche passanti con presenza di grossi branchi di occhiate e saraghi, stupenda per foto sub. Profondità massima 22 m.
Punta S. Maria
Ciclopici massi si accavallano tra loro, formando sul fondo innumerevoli tane dove trovano ospitalità spaventatissime cernie. Tra ottobre e novembre è facile godere degli spettacolari salti dei tonni giganti in caccia. Profondità massima 25 m.
Punta del Diavolo
Immersione in mare aperto molto impegnativa ma unica. Situata a circa 200 m dalla costa in direzione sud ovest, in corrispondenza dell’orlo dello sbalzo batimetrico che porta il fondo da 40 a 80 m. Già dalla profondità di 30 -40 m balza agli occhi prepotentemente un enorme macchia di colore giallo: è qui infatti che cresce rigogliosa la gerardia savaglia, il falso corallo nero. Profonsità massima 58 m.
Punta di Ponente (Punta di Zio Cesare o delle Tre Senghe)
Sul fondo giace un relitto di nave oneraria romana. Sono visibili anfore, colli e fasciame della nave. L’effetto è insieme malinconico e affascinante: Interessante è anche visitare la dorsale di roccia su cui poggia l’oneraria che offre rifugio a cernie, scorfani e dove si aggira un enorme branco di saraghi fasciati. Profondità massima 25 m.
Punta Matano
Zona di corrente con una franata dove si aggirano numerosi pesci di ogni specie. Qui si trovano ancora, numerose, tra la posidonia, le belle pinne nobilis. Di notte è frequente ammirare, in tutto il suo splendore, l’alicia mirabilis. Profondità massima 25 m.
Punta del Vuccolo
Parete di roccia che scende fino a trenta metri con numerose fenditure verticali ricche di corvine, saraghi, scorfani, gronghi, murene. A volte in tana si possono sorprendere cernie anche di mole. Profondità massima 30 m.
Punta Secca
Bella parete rocciosa piena di parazoanthos che sprofonda per più di 40 m nel blu; punto di passaggio per pesce pelagico; numerose le murene che fanno capolino dagli anfratti della parete; spesso s’incontrano musdee fuori misura. Profondità massima 50 m.
Punta Provvidenza
E’ uno dei punti più ricchi di pesce sia pelagico che stanziale per la presenza costante di corrente; il fondo degrada dolcemente alternando grossi massi a sabbia. Profondità massima 30 m.
Punta Provvidenza bis
Come prima ma uscendo verso il lato esterno si incontra un costone di roccia ricco di aragoste, musedee e qualche cernia. Profondità massima 40 m.
Punta Secca bis
Partendo dallo sperone roccioso della punta e spostandosi verso nord si incontra uno sbalzo di roccia (visibile anche dalla superficie) che ci fa scendere di colpo a 20 m. Per la presenza di corrente qui si possono ammirare tante forme di vita. Da non perdere una piccola grotta alla base della parete dove sempre alloggia un grosso astice. Profondità massima 25 m.
Punta di Cala dei Turchi
Bella immersione a parete, axinelle, crinoidi, parazoanthos, colorate spugne e grossi spirografi creano spunti ideali per la foto sub ambiente. Profondità massima 30 m.
Punta di Cala dei Turchi bis
Alcionari, eunicella cavolini e singularis, due belle colonie di parerythropodium coralloides. Fino a 36 m.
Relitto del Rame
Immersione in secca su relitto dove è possibile osservare i pani di rame trasportati dalla nave andata distrutta. Pesce di passo e aragoste. Profondità massima 35 m.
Torrione dei Cavalieri
Sotto il torrione, lato sud, a circa 80 metri dalla parete, su un fondale sabbioso, vicino ad alcuni ciclopici massi, ci sono i resti di un relitto romano che presenta il carico praticamente intatto. Profondità massima 50 m.
Scoglio Segato
Già a pochi metri grossi massi offrono rifugio a saraghi, orate e cernie anche di grossa mole. Divertente è, specie per i neofiti, seguirà i vari percorsi tra le rocce in pochi metri di profondità. Profondità massima 25 m.
Scogli del Sale
Immersione semplice che si conduce lungo una parete ricca di spacchi e con una bella grotta profonda. Il fondo è ghiaioso e piatto, con grossi massi qua e là, attorno ai quali si aggirano branchi di saraghi ed occhiate. Frequenti le aragoste, le musdee, i gronghi, gli anthias. Profondità massima 25 m.
Scoglio dell’Elefante
E’ uno dei punti preferiti dalle scuole sub. L’immersione si conduce sia nel versante est che in quello ovest. Il fondo è ghiaioso e piatto con grossi massi attorno ai quali si aggirano enormi branchi di saraghi. Profondità massima 25 m.
Scoglio dell’Elefante bis
Altro punto preferito dalle scuole di sub. L’immersione si conduce nel versante est. Il fondo si presenta con grossi massi e conduce ad una serie di grotte passanti con re di triglia, aragoste. Profondità massima 25 m.
Scoglio del Corvo
Suggestiva immersione a parete, tra le più interessanti dal punto di vista biologico; alcuni punti particolari sono un’esplosione di colori per le distese di parazoanthus, spugne ed ogni forma di vita bentonica. Per la notevole presenza di corrente è un punto di concentrazione della fauna. Alla base della parete crescono numenrosi alcionari. Profondità massima 40 m.
Scoglio La Vecchia
Immersione molto semplice, ricca di spacchi, grotte e franate con qualche resto di anfore, forte presenza di sraghi, occhiate, musdee. Profondità massima 18 m.
Secca di Cala degli Inglesi
Punto di passo per pesce pelagico; frequenti gli incontri con palamiti, dentici e ricciole. Profondità massima 30 m.
Secca di Punta Secca
Un’esplosione di vita si presenta appena rivolgiamo lo sguardo verso il fondo: qui non manca nulla della fauna e flora mediterranea; in moltitudini stordenti si aggirano dal pelo dell’acqua sino al fondo ogni tipo di pesce stanziale e pelagico. Profondità massima 30 m.
Secca di Punta Secca – Archi Sommersi
Sicuramente una delle immersioni più spettacolari del Mediterraneo, la secca di Punta Secca è anche un’immersione estremamente impegnativa. Archi grandiosi si aprono nella roccia a 50 metri di profondità, ricoperti da foreste fittissime di gorgonie rosse dalle punte gialle: uno scenario entusiasmante ma non accessibile a tutti. Punta Secca è l’estrema punta settentrionale di Capraia, una delle quattro isole che compongono l’arcipelago, in Adriatico, a una ventina di miglia dal Gargano. Punta Secca regala anche ai principianti una splendida immersione sul tratto iniziale della carena, bell’esempio di parete mediterranea.
Secca della Vedova
Tra le più belle immersioni. A circa venti metri di profondità si apre uno spacco orizzontale nella roccia formando un’ampia grotta. Spugne e celenterati adornano le pareti di questa grotta, illuminata anche da una grossa fenditura che si apre un lungo camino verso l’alto. Un’anziana musdea di oltre 3 kg fa da guardia al suo ingresso; nei vari spacchi non manca mai di trovare placidi scorfani e affabili gronghi di oltre 10 kg. profondità massima 32 m.
Secca della Vedova bis
Più fonda della precedente, oltre che la stessa fauna della precedente, offre massi ricoperti di eunicella e alcionari.
Secca del Cretaccio
Vasta dorsale rocciosa che sale dal fondo fino a pochi metri dalla superficie: Spesso la corrente rende difficile l’immersione che comunque è ricca di sorprese. Infatti non è difficile incontrare placide torpedini, murene, gronghi, aragoste. Profondità massima 30 m.
Secca del Cretaccio bis
Dorsale rocciosa percorsa verso est. Profondità massima 30 m.
Secca del Cretaccio ter
Dorsale rocciosa percorsa verso ovest: Profondità massima 30 m.
Secca del Ferraio
Ad appena 50 metri dalla parete. In direzione sud est, un monolite di roccia si alza dal fondo; suggestivo lo scenario che si presenta: infatti spesso vi stanzia un branco di corpulenti dentici e orate; cavallucci di mare. Profondità massima 35 m.
Sorrentino
Belle grotte, alcune dall’ingresso difficile. Presenza di corvine e molti tipi di crostacei. Profondità massima 26 m.
Punta dello Straccione
Secca con notevoli spacchi, offre riparo a branchi di saraghi; passaggio di pesce pelagico; profondità massima 35 m.