Via Roma, 14
Nessuno ha ancora decifrato il mistero della “Grotta dei pupi”. Scavata sotto il palazzo Ceccaroni, offre lo spettacolo emozionante di una serie di figure scolpite nel tufo di cui si può solo supporre l’autore. La voce tramandata oralmente le fa risalire a un allievo del Sansovino, lo scultore della Santa Casa all’interno della basilica di Loreto. Lo sconosciuto allievo si era macchiato di un qualche reato e per sfuggire alla punizione si era nascosto per due anni in quella grotta dove aveva liberamente espresso la sua creatività.
Ma quale degli allievi? Da una indagine fatta negli archivi lauretani di allievi ce ne erano ben 39, troppi per risalire al malcapitato. Era forse romano visto che è scolpita nel tufo una fontana molto simile a quella in via dei Lattai a Roma della scuola del Sansovino con un personaggio che tiene una botticella in mano? E quali dubbi e fantasticherie lo agitavano se alla fine della scalinata nei due atri laterali ha raffigurato da una parte immagini di peccatori all’inferno e dall’altra di beati? Raccontano che il boia che eseguiva le condanne a morte nelle prigioni pontificie a ridosso del Duomo avesse un volto sconosciuto perché, per arrivare al luogo dell’esecuzione dalla sua abitazione in fondo alla Piazza Lunga, si serviva di camminamenti sotterranei e segreti.