Villa Beniamino Gigli a Montarice (XX sec.)


villagigli1Al confine dei tre Comuni, a quattro chilometri dal mare Adriatico, ad altrettanti dal Santo Colle di Loreto e a sei chilometri dall’Infinito Leopardiano, svetta come una bianca vela la villa di Beniamino Gigli. L’indimenticato tenore, affermatosi definitivamente in terra americana tra gli anni ’20 e ’30, diede incarico al fratello Catervo Gigli, professore di Belle Arti e all’architetto Florestano di Fausto di edificare una villa in cima al colle dove non erano che pietre arse e piante selvatiche. Di Fausto, notissimo per i piani regolatori e le opere eseguite a Rodi, Tirana, Il Cairo, Tunisi e Ankara. eresse una vera reggia in stile liberty con circa 60 locali, alcuni molto fastosi come la hall, il salone delle feste, il coro liturgico, la galleria. Vi sistemò numerose stanze per gli ospiti, una stanza in stile cinese, un fumoir con sala da gioco, il tinello rustico, una graziosa Cappellina dedicata alla Vergine, abbellita da vetri cromatici e da arredi in stile veneziano. Più di 20 sono le sale da bagno e fra esse merita una particolare attenzione quella creata in stile pompeiano con una piccola piscina all’interno. In cima alla villa spicca una torretta dove venne collocato il giardino d’inverno con decorazioni, stucchi e animali impagliati.

Imponenti e un poco misteriosi i servizi posti nel piano interrato. I mobili e tutti gli arredi furono forniti dalla celebre ditta palermitana Ducrot, la stessa che provvide ad arredare il transatlantico REX. Le decorazioni pittoriche sono del pittore e xilografo marchigiano Adolfo de Carolis; questi, allievo di Giovanni Costa e frequentatore del gruppo In Arte Libertas, ricevette da essi ispirazione decorativa a sfondo preraffaelita, la base del suo stile artiustico. A ponente della villa è posta una grande fontana ornata da statue di bronzo rappresentanti le Sirene che interrompono il loro canto perché ammaliate dalla voce di Beniamino; l’opera è di Catervo Gigli. Il parco si stende su una superficie di circa sei ettari ed è stato sistemato, nello stile del giardino all’italiana, dal floricultore romano Angelo Galimberti. La villa non è attualmente visitabile poiché di proprietà privata.

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