Arpino – Bronzo, prima metà sec. XX dello scultore Ferruccio Vecchi (Ravenna 1894 – Roma 1957).
Oratore e filosofo – Territorio di Arpino 106 a.C.; Formia 43 a.C.
Note biografiche: Marco Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. in territorio di Arpino, da famiglia equestre nella villa paterna alla confluenza del Liri col Fibreno e sempre si considerò un puro Arpinate, quasi continuatore del grande conterraneo Mario. Nell’orazione Pro Plancio esprime vivo l’attaccamento alla sua terra di origine quando ricorda quale affetto leghi gli Arpinati fra di loro e con quale partecipazione questi seguano le sue vicende politiche. Lì, sui monti dei Volsci, aggiunge, è la forza d’Italia, perché vi si conservano gli antichi constumi, senza malevolenze, senza finzioni, e conclude: “La nostra patria è rozza e montuosa ma semplice e fedele”. E nel momento del suo esilio indica alla moglie Terenzia, quale rifugio sicuro, la villa di Arpino, e al suo unico figlio egli darà la toga virile non in Roma, ma nel foro dell’antica città volsca.
Annotazioni: Cicerone sarebbe nato ad Arpino, ma dove?
Secondo alcuni studiosi Cicerone non nacque a Civitavecchia, bensì in località San Domenico nei pressi di Isola del Liri. Infatti nella rocca di Civitavecchia, le uniche testimonianze che ne ricordavano il nome furono un muro che veniva chiamato dai locali “cicero” e una stradina lastricata chiamata Via Cicera.
Cicerone, nel De legibus, parla dettagliatamente delle sue origini: i tre interlocutori, Cicerone, suo fratello Quinto e Attico, si trovano all’aperto, nell’agro arpinate, vicino alla villa di fmiglia in una bella mattina d’estate. Attico esordisce dicendo: “Questo, allora, è il lucus degli Arpinati, il bosco di cui tu mi parlavi, di cui ho letto nelle tue opere. Qui vedo anche la quercia di Caio Mario”. […] Attico mostra una certa sorpresa perché dice: “Io pensavo, quando parlavi di Arpino, che questo tuo podere fosse un luogo rupestre; invece questo è un luogo ameno, pianeggiante, non aspro di rocce e di montagne, e capisco perché tu stai così volentieri in questo luogo, in questo giardino di delizie, risonante del canto degli uccelli”, Cicerone conferma: “Certamente non ho luogo migliore dove possa rifugiarmi da Roma, soprattutto d’estate”. e aggiunge: “però c’è anche un altro motivo che mi rende così gradito questo luogo, motivo che non può riguardare te”. Attico allora chiede incuriosito: “E qual è quest’altra causa? “. E Cicerone di rimando: “È’ che sono nato qui, “quia si verum dicimus, haec est mea et huius fratris mei germana patria”.
Cicerone non è nato per caso ad Arpino, ma vi ha visto la luce perché qui abitavano già i suoi avi.***
“Casa natale di Cicerone”, Arpino
Già nel 1800 erano centinaia i viaggiatori che arrivavano ad Arpino per scoprire i luoghi natii di Cicerone, seguendo la credenza che sull’acropoli di Civitavecchia ci fosse la casa degli avi del grande oratore.
Il “ritrovamento” della casa di Cicerone a Civitavecchia è stata una “provocazione” che Ciociariaturismo e il sindaco di Arpino, hanno voluto lanciare a favore dello sviluppo turistico di Arpino.
Torre di Cicerone, Arpino – Non abbiamo testimonianze architettoniche del periodo romano ad Arpino e, benché la torre sia stata nominata Torre di Cicerone, essa risale ad epoca medievale.
“Certamen Ciceronianum Arpinas”, Piazza del Municipio, Arpino – Il “Certamen Ciceronianum Arpinas”, gara istituita nel 1980 dal Liceo-Ginnasio “Tulliano” vede come partecipanti gli studenti dell’ultimo anno dei licei classici sia italiani che stranieri. Gli studenti si cimentano nella traduzione e nel commento di un brano di Cicerone tratto da una delle sue tante opere.