Edicola votiva di San Biagio, Deposizione dalla Croce, Sant’ Oronzo, Colomba dello Spirito Santo


Edicola votiva n.14

COLLOCAZIONE via Cattedrale (arco d’Incalzi)

ALTEZZA DA TERRA 160

DATAZIONE non accertabile

MISURE 87 x 145 x 60

DATA COMPILAZIONE aprile 2003

DESCRIZIONE La nicchia, situata sotto l’arco di transito oggi denominato “arco di Incalzi”, è priva di edicola ed assume forma semicircolare. È mascherata da una intelaiatura in legno marrone con fitta rete metallica che nasconde completamente la veduta dello spazio interno.

NOTE Gli archi di transito costituiscono luoghi privilegiati per il collocamento di manufatti votivi. L’arco di Incalzi è certamente uno dei più antichi luoghi di passaggio del centro storico di Ostuni, probabilmente l’unica porta di accesso che proteggeva sia la Cattedrale che il Castello in età medioevale. Don Francesco Sozzi ricorda come fino agli anni Sessanta del Novecento, una processione che si svolgeva il giorno dell’Ascensione, sostasse davanti ad alcuni luoghi, contrassegnati anticamente da porte urbane. In un piccolo incavo del muro di questi siti si collocava una piccola croce in cera che non veniva accesa ma soltanto incensata dal sacerdote che capeggiava il corteo religioso. Le croci in cera erano poste: dinanzi alla facciata della Cattedrale (sul muro del seminario), sull’ arco d’Incalzi, in piazza Pietro Sansone (già del moro), a porta S. Demetrio, a porta Nova, a porta di Juso dietro la chiesa di San Francesco, a largo di porta del Ponte (piazza della Libertà al di sotto della vecchia edicola del Sacro Cuore). La collocazione di una croce benedetta là dove un baluardo materiale era posto a difesa della città, aveva la funzione di invocare la protezione del cielo in virtù della morte e resurrezione di Cristo. La pietà popolare al segno liturgico della Croce vi aggiungeva, spesse volte, le edicole dei santi e della Madonna, a conferma ed esplicitazione del molteplice soccorso divino.

L’immagine votiva di San Biagio

OGGETTO dipinto

SOGGETTO San Biagio

DATAZIONE non accertabile

MATERIA tempera su rame

MISURE 70 x 52

STATO DI CONSERVAZIONE cattivo

DESCRIZIONE Il santo è rappresentato per tre quarti della sua altezza, con il volto rivolto verso destra, contraddistinto da barba bianca. Il capo è coperto da mitra marcata centralmente da una rosetta. Con la mano destra benedice e con la sinistra regge il pastorale e un libro.

NOTE Pochi gli elementi che consentono una chiara identificazione dei due santi patroni ostunesi, ritratti nella edicola. Probabilmente in origine i tratti del volto di questo santo mostravano più evidenti segni di maturità rispetto al compatrono, martirizzato in età giovanile. Un nuovo attributo iconografico, il libro del Vangelo, si accompagna al pastorale, rafforzando la dignità del santo che fu vescovo della città armena di Sebaste.

l’immagine votiva della Deposizione dalla Croce

OGGETTO dipinto

SOGGETTO Deposizione dalla Croce

DATAZIONE non accertabile

MATERIA tempera su rame

MISURE 70 x 145

STATO DI CONSERVAZIONE cattivo. La superficie del rame appare compromessa dalla ruggine.

DESCRIZIONE La Madonna, con testa coperta da manto bianco e veste rosa, appare inginocchiata con le braccia distese in segno di disperazione al centro della composizione. Il Cristo appare adagiato ad alcune rocce, poste sul lato destro del pannello. Il corpo, disteso orizzontalmente, mostra il bacino avvolto da un drappo bianco. In alto a sinistra il Golgota è contrassegnato da tre croci.

NOTE Il soggetto è noto come La Madonna de la cestèrna e secondo un’antica tradizione, tramandasi di generazione in generazione, fu realizzata per volontà dei trainieri. Era questa una importante categoria di lavoratori che andava ad abbeverare le proprie bestie alle tre bocche della grande cisterna, ancora oggi esistente sotto la Cattedrale. La grande fatica che i trainieri compivano risalendo, al ritorno dalla campagna, l’erto tracciato di via Cattedrale con il pesante carico di carri condotti da muli o da cavalli, li portava a invocare e pregare la Madonna perché li assistesse in questa dura impresa quotidiana. Il dipinto ritrae più precisamente una Pietà. I soggetti, ispirati alla passione di Cristo, sono molto diffusi nelle edicole votive. In Ostuni se ne contano sette, ad esclusione del Calvario. La rappresentazione di questa Pietà trae ispirazione da modelli settecenteschi quali potevano essere osservati nelle stazioni della Via Crucis presenti nelle chiese ostunesi. Il modesto esecutore dell’opera potrebbe aver guardato, ad esempio, la te letta inserita in un medaglione posto nel presbiterio della chiesa di San Francesco, raffigurante lo stesso soggetto.

L’immagine votiva di Sant’Oronzo

OGGETTO dipinto

SOGGETTO Sant’Oronzo

DATAZIONE non accertabile

MATERIA tempera su rame

MISURE 70 x 87

STATO DI CONSERVAZIONE cattivo

DESCRIZIONE Il santo è rappresentato a mezzo busto, frontalmente, con manto e con veste bianca. Il capo è coperto da mitra marcata centralmente da una rosetta e lo sguardo è orientato in direzione della Pietà. Il volto è contraddistinto da corta barba bruna. Con la mano destra benedice e con la sinistra regge il pastorale e il libro.

NOTE Del tutto simile, nella raffigurazione, al santo a cui si oppone nello sguancio destro dell’edicola, Sant’Oronzo potrebbe essere stato caratterizzato inizialmente da un aspetto giovanile. Per le immagini dei compatroni ostunesi, un probabile modello di ispirazione potrebbero essere stati i busti-reliqulario custoditi nella vicina Cattedrale.

L’immagine votiva della Colomba dello Spirito Santo

OGGETTO dipinto

SOGGETTO Colomba dello Spirito Santo

DATAZIONE non accertabile

MATERIA tempera su rame

MISURE 60 x 145

DESCRIZIONE Inserita in un medaglione listato di giallo con fondale azzurro, la colomba bianca mostra il corpo e la testa di profilo ed ali spiegate.

BIBLIOGRAFIA A. ANGLANI, Due iscrizioni nel Duomo di Ostuni, in «Messapia Fascista», anno I, 2 dicembre 1934, p. 2. 12 croci, in «Lo Scudo», 20 maggio 1934, p. 2. P. LISIMBERTI; A. TODISCO, Il Bel San Francesco e l’Arciconfraternita della Immacolata Concezione di Ostuni, Fasano di Brindisi 2000, p.108. E. AURISICCHIO, Iconografia di Sant’Oronzo, op.cit. EAD., Iconografia di San Biagio, op. cit.